La lettera molto intensa e significativa di una madre medico pubblicata da Franca Da Re e da Laura Parenti in Facebook dà valore al lavoro impegnato e faticoso che molti docenti compiono, solo apparentemente nelle retrovie. I docenti non formulano, come i medici, il giuramento di Ippocrate, ma molti in cuor proprio hanno fatto, se possiamo dire così, il… giuramento di Chirone. La “sollecitudine benevola” nei confronti dei giovani del centauro Chirone non contrastava in lui con le doti della “conoscenza discriminante” e della “riflessione” (descrivendolo con le parole che Elio Damiano gli ha dedicato nel libro L’azione didattica. Per una teoria dell’insegnamento, p.115). Questa sollecitudine relazionale e comunicativa viene messa in atto da tantissimi docenti impegnati ormai da un mese in quella che si può definire “didattica della vicinanza” anziché “a distanza” e che rappresenta, al di là degli obiettivi e tangibili limiti materiali (tra cui, purtroppo, il digital divide che si sta comunque cercando di superare) un modello per tutti! Se Chirone riusciva a esercitarla dal suo luogo appartato e inaccessibile sul monte Pelio… ci riusciremo noi, costretti a una doverosa e civica reclusione che non ci piace e che gli studenti potranno vivere con più forza anche grazie alla relazione umana che…. buca gli schermi!

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