Importanti aspetti dell’innovazione scolastica sono stati toccati dal vicedirettore per l’educazione dell’OCSE, uno dei massimi esperti mondiali dei sistemi scolastici e ideatore del ranking PISA, durante il suo recente intervento nella sala d’onore della Triennale di Milano.
Schleicher ha apprezzato le ultime riforme del nostro Paese, «che hanno aumentato l’autonomia delle scuole e messo in moto un meccanismo di valutazione dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado». Ha spiegato, con riferimento alla parola “Competenze” (skills), tanto importante nel Programma OCSE-PISA,   che imparare non è un’attività che trova la sua giustificazione in se stessa, ma serve a sviluppare il potenziale di ogni individuo. Anche dalla sua analisi la domanda di competenze risulta cambiata nella nostra società complessa: sono molto meno necessarie quelle manuali e cognitive di routine a favore di altre, come l’ attitudine al problem solving, la capacità di comunicare e quella di collaborare, così come mutati sono i luoghi dell’apprendimento, che non coincidono più con la scuola, estendondosi oltre ad essa.  Per affrontare questo contesto in mutamento risultano vincenti le reti di insegnanti e di scuole capaci d’innovare cooperando e focalizzandosi sui risultati ottenuti dagli studenti, ovvero sulle loro competenze.
Dal  discorso di Schleicher è emerso anche che l’Italia investe per l’istruzione nella media dei paesi OCSE, anche se ai test PISA i nostri studenti (alludendo alla media nazionale) hanno risultati più bassi di paesi che investono meno. Il problema, oltre al gap tra nord e sud, è che in Italia la professione docente non è valorizzata, mentre per avere un sistema scolastico di alto livello occorre prestare grande attenzione al personale, alla sua selezione  e formazione. L’esempio in tal senso è la Finlandia,  al top del ranking OCSE-PISA, dove la professione docente è stimata e molto ambita.

Per un approfondimento si vedano l’articolo di Anna Maria Testa nella Rassegna Stampa Nazionale della FLC CGIL e quello de Il Sole 24 Ore.

Alla indispensabile valorizzazione della “professione docente” e alla più chiara definizione di  nuovi ruoli  che  ne interpretino la complessità, qualificandola e riportandola al centro dell’attenzione e della stima sociale, ho dedicato un articolo all’interno del sito Piazza delle competenze.

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